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«Questi cinquant’anni di musica e dedizione»

Il presidente dell’associazione Amici dell’Organo di Breccia tra ricordi e programmi per il futuro. Stasera ultimo concerto celebrativo

Prima che il doppio annuario celebrativo di 50 anni di musica, arte e fede dell’organo a canne di Breccia trovi posto accanto alle non poche pubblicazioni edite negli anni dall’associazione Amici dell’Organo di Breccia, non ci si può non soffermare sul corposo elenco di tre centinaia di eventi musicali promossi in questo mezzo secolo con passione, entusiasmo, dedizione, grande cura e pari cuore dal gruppo di amici raccolti attorno a uno strumento e una chiesa di un piccolo quartiere alle porte di Como con in testa, da sempre, Daniele Grisoni. La lunga chiacchierata con il presidente degli Amici dell’Organo, che ci accoglie nel proprio studio fra una consolle a due tastiere e lo scrittoio originale che fu di Marco Enrico Bossi è l’occasione per raccogliere la testimonianza dello spirito che, dalla fine degli anni Sessanta, in un angolino di mondo già scelto come “buen retiro” da Marco Enrico Bossi cui veniva donato un nuovo grande organo a canne che avrebbe generato mezzo secolo di arte e cuore.

«La nascita dell’organo di cui stiamo celebrando oggi i 50 anni è sicuramente la scintilla di tutto ciò che è seguito. Gli Amici dell’organo non sono nati né per caso né per forza: dopo i concerti inaugurali visto che l’interesse andava crescendo ci si è chiesti se era il caso di garantire una continuità del tempo. Una modalità di agire pensata».

Si era più coraggiosi e avveniristici, mezzo secolo fa?

L’entusiasmo c’era e rimane, una caratteristica nostra per le motivazioni di passione che ci spingevano e ci spingono tuttora. Forse la sensibilità verso la promozione di cose come i concerti, le pubblicazioni, i corsi di formazione e perfezionamento oggi va coltivata con più attenzione e spinta in maniera più attenta che non allora, quando c’era la novità, rispetto al tanto e un certo disinteresse di oggi, forse dovuto a distrazione o difficoltà nella scelta fra molte proposte. Gli Amici dell’Organo di Breccia si sono sempre distinti per il marchio d’origine di voler coinvolgere e di essere liberi, non vincolati all’obbligo di fare le cose, ma fare senza secondi fini se non per amor di cultura e fede. Fino a portare in un piccolo quartiere di Como i più grandi da Notre Dame o Saint Sulpice a Parigi, Città del Messico o San Pietro in Vaticano.

Prima ancora di Daniele, anima della nascita dell’organo di Breccia e degli Amici è stato il fratello maggiore Luigi Grisoni.

Luigi era un amante sviscerato dell’organo, aveva questa passione unita a uno spirito “missionario”: emulo di Albert Schweitzer, quando si è trasferito per lavoro a Roma mi ha dato lo spunto per proseguire ciò che lui aveva iniziato, non mancando di essere sempre “presente” a Breccia. Fino a far sì che gli Amici dell’Organo breccesi stampassero il primo Liber Vesperalis in notazione moderna per la Cappella Sistina o donare e mandare in Africa un paio di organi elettronici per la liturgia e lo studio e un intero organico di strumenti per costituire una banda musicale…

Figure indimenticabili di questi cinquant’anni?

Fernando Germani il faro, a partire dal concerto strepitoso d’inaugurazione. Arturo Sacchetti: faremmo prima a dire cosa non ha fatto per Breccia, dall’integrale cronologica dal vivo dell’opera di Marco Enrico Bossi ai corsi. Bernardino Streito con i suoi corsi di direzione corale.

Come si guarda al futuro dopo mezzo secolo?

Le presenze di queste serate lo dimostrano. Nelle numerose presenze i volti giovani sono stati molti, studenti di conservatorio e di scuole musicali, giovanissimi curiosi e appassionati oltre ai giovani di qualche decennio fa, che gli Amici dell’Organo di Breccia contribuirono a suo tempo a mettere in luce.

Perché fu scelto il mese di maggio per i concerti? È già in cantiere il Maggio 2020?

Sembrava il mese più adatto per coinvolgere le persone: non ancora estate, l’autunno occupato dal festival internazionale omonimo. Direi che ha funzionato… L’anno 51 dell’organo di Breccia ospiterà un poker di iniziative nel solco di quella che è ormai la logica di questi ultimi anni: un interprete di rilievo di scuola italiana, un rappresentante di scuola estera, un appuntamento di organo e altri strumenti e una serata di coinvolgimento dei giovani.

Il ciclo celebrativo “50 e lode” si conclude oggi, domenica 24 novembre, alle 21: protagonisti alla consolle del Balbiani-Vegezzi-Bossi due giovani esecutori allievi delle istituzioni di formazione musicale del territorio, Giulio Gelsomino e Riccardo Quadri. Proporranno rispettivamente musica di Karg-Elert (Clair de Lune), Guilmant (Prima sonata) e Bach (Preludio e Fuga BWV 532), Bossi (Intermezzo lirico), Franck (Fantasia in la). Ingresso libero.

Stefano Lamon



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